Makers, stampa 3d e copyright

(originally created and posted on Doppiozero) Todd Blatt è un ingegnere meccanico di Baltimora appassionato di fantascienza e fantasy. Da un paio di anni passa il suo tempo a ricreare oggetti presenti nei film di genere di cui è appassionato. Todd frequenta anche la comunità online theRPF, i cui i membri condividono trucchi e istruzioni per realizzare i complementi di costumi accessoriati. Fin dagli anni ’90, gli utenti di theRPF sono una sorta di makers ante litteram che per dimostrare il proprio amore per un particolare film o serie tv si divertono a travestirsi come i personaggi, ricostruendo i materiali di scena, magari facendo crescere la propria reputazione online fino a riuscire a partecipare da protagonisti a una convention di Star Trek. E’ la principale “Prop community”, dall’inglese “Theatrical property”, materiali di scena. Todd Blatt Todd però è un prop diverso dagli altri. Perché i suoi accessori non sono realizzati con tecniche di artigianato classico, come la maggior parte degli altri; sono progettati

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La meraviglia della stampa 3D spiegata ai nonni

Articolo originariamente pubblicato su CheFuturo Le parole sono utili, i racconti e le spiegazioni scientifiche anche, ma finchè una tecnologia non si rende evidente nel risolvere  problemi quotidiani o  facilitare la nostra vita in modo concreto è difficile capire perchè è importante investirci. Il punto della fabbricazione rapida non è, per esempio, solo mostrare  come funziona tecnicamente una stampante 3d, una lasercut o una fresa a controllo numerico. Conta soprattutto rendersi conto di cosa significhi in senso più ampio la sua applicazione nella nostra società. In che modo quindi la sua portata dirompente ci tocca direttamente e molto più rapidamente di quanto altre tecnologie lo hanno fatto nel passato. Con Wefab, progetto che sto seguendo parallelamente a Openwear, da più di un anno stiamo organizzando eventi (in attesa di avere un makerspace per farlo tutti i giorni ) cercando di individuare e mettere in pratica modi innovativi di abilitare le persone a creare e produrre autonomamente, attraverso la collaborazione e la

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Markus Kayser: Sun and desert in the industry of tomorrow

Article originally published on Digicult – Articolo originariamente pubblicato su Digicult   “I see no future without technology, but even future without nature, they must find a balance at some point.” This is the statement by Markus Kayser, German designer with a studio in London, who with his latest project Solar Sinter, has won the Arts Foundation Fellowship 2012 (http://artsfoundation.co.uk/Artist-Year/2012/all/318/Kayser) for the Product Design category and was shortlisted for the prestigious Design of the Year 2012 sponsored by Desing Museum of London (http://www.designsoftheyear.com/category/genre/product/product -2012/page/2/). With Solar Sinter, Markus found a meeting point between technology and nature, going behind the process of creation of objects: sun, heat and sand. In addition to the marriage between technology and nature, he has also found a link with the history and the origins of the creation of glass objects, which have appeared in Egypt since ancient times. The idea is simple: the sand in the Egyptian desert is mainly silica, ie when heated to a certain temperature it melts and is transformed into glass, once it has

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