Maker al femminile, la tecnologia è un affare da donne

(articolo pubblicato su Linkiesta) Prendi una borsa o una maglia di lana. Puoi farle a mano con ferri e gomitolo, o usando la tecnologia con una macchina a controllo numerico e una tagliatrice laser, e magari confezionarle con un bel circuito o microchip da collegare allo smartphone. «Basta puntare sulla realizzazione di un oggetto finale concreto e anche le donne possono essere interessante al mondo dei maker», dice Zoe Romano, fondatrice del laboratorio WeMake e protagonista della due giorni “Makers al femminile-Fashion goes interactive” al Museo della scienza di Milano (8 e 9 novembre). «Se organizzo incontri in cui si dice “impara a usare questa tecnologia”, mi ritrovo solo maschi. Se dico “impariamo a costruire una lampada con una stampante 3d”, mi trovo anche le donne». Cambia l’approccio, ma la tecnologia resta, contro ogni stereotipo di genere che vuole le donne poco inclini alla scienza e gli uomini poco abili nel saper fare manuale.

Il futuro dei wearables? Nel mondo del DIY

(Intervista di Federica Ionta e pubblicata su Tech2Wear) Da almeno un anno l’annuncio è sempre lo stesso: le tecnologie wearable sono pronte a invadere il mercato e a conquistare le abitudini di tutti, adulti e bambini.Frutto del desiderio sfrenato di pochi tech-addicted o di una previsione studiata? Ne abbiamo parlato con Zoe Romano, che si occupa di Digital Strategy e Wearables per Arduino. Per scoprire che nel futuro della wearable technology c’è molto più del mercato consumer. Cominciamo dal touch: gli analisti dicono che ormai è finita anche quell’era. C’è un legame con l’ascesa dei wearable? Le tecnologie indossabili stanno diventanto sempre più diffuse sia per la miniaturizzazione delle componenti che per la possibilità di essere rese “invisibili”, perché embeddate direttamente nei tessuti. L’interazione con esse avviene attraverso la gestualità o una reazione automatica ai dati che da essi vengono raccolti. C’è, secondo la tua esperienza, un settore in cui le tecnologie indossabili si applicano meglio? In questo momento vedo piu’ promettenti l’ambito entertainment/gaming, medico/well-being e logistica. E preferisco l’approccio in cui la tecnologia è nascosta

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NY Times rebels / I ribelli del NY Times

(EN) I paste an interesting article from an italian magazine on the new infographic journalists working at New York Times . (IT)  Dal magazine femminile di Repubblica un articolo/intervista sui nuovi giornalisti infografici del New York Times: ——— Hanno fatto irruzione nella casa di una “signora in grigio” del giornalismo, come viene chiamata, per la sua eleganza e il suo understatement, la testata del New York Times. E stanno mettendo in discussione abitudini e certezze. Sono convinti che, per continuare a essere una voce autorevole dell’informazione, bisogna sperimentare nuovi formati e contesti per le notizie, puntando sul matrimonio tra estetica e informatica, interazione e mash-up (interfacce in grado di combinare dati, multimedia e coinvolgimento degli utenti). Ce n’è abbastanza perché il team di dieci giornalisti-sviluppatori che ha messo piede nel palazzo di Renzo Piano del New York Times venisse subito etichettato come “i cybergeek arrivati a salvare la carta stampata”. A guidare questo gruppo c’è Aron Pilhofer, da qualche anno

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